Il Central Kalahari è la prima meta del viaggio in Botswana.
Il Kalahari è un deserto dell’Africa meridionale ed è il sesto deserto al mondo. Si estende in Botswana, nella fascia orientale della Namibia e nel Nord Ovest del Sud Africa.
L’altezza media rispetto al livello del mare è di circa 900 metri.

E’ un deserto di sabbia rossa in parte arido e in parte steppico. L’antico popolo nomade dei Boscimani (San) vive in questo deserto da migliaia di anni.
Il deserto del Kalahari è uno dei vecchi sogni di un bambino che non si perdeva nessun documentario della BBC sulla TV svizzera. Finalmente ci mettevo piede, ospite di un campo tenda situato in una zona molto remota del “Central Kalahari Game Reserve”.
Dieci tende perse nell’orizzonte, senza fine durante il giorno che durante la notte diventano punto di osservazione, speciale e senza alcuna interferenza, della spettacolare cupola dell’emisfero boreale.

Ogni sera, quando il boma si spegne e tutti gli ospiti ormai si sono ritirati nelle loro tende, perso nel freddo della notte con il mio bicchiere di amarula, complice la trasparenza dell’aria, scrutiamo la sfericità della volta celeste e l’effetto tridimensionale della via lattea.

Con i primi drive game mi è evidente la difficoltà dei produttori dei documentari della BBC a rappresentare la vastità degli orizzonti del Kalahari a causa dei vincoli tecnici nell’ampiezza di visuale della ripresa video. Stessi vincoli ancora in essere dopo più di 50 anni in quanto non siamo riusciti ancora a raggiungere la perfezione e sofisticazione dell’occhio umano.

L’immersione nel Kalahari mi procura una sensazione a prima vista molto simile a quella di quando si è in mare senza la visibilità di nessun lembo di terra all’orizzonte  ma è sostanzialmente diversa in quanto si percepisce un continuo degradare di gialli, verdi e marrone per riscoprire all’infinito un frastagliato muro verde più scuro che delimita l’azzurro chiaro del cielo. Contemporaneamente si ha l’effetto di quando si è immersi nel blu ovvero quando la distanza perde di significato in quanto la mente non percepisce alcun riferimento posizionale.

Con il senso della vista così impegnato ad affrontare percezioni contrastanti, l’aria frizzante e pungente che ti avvolge, ti ristora e facilita la fuga del cervello verso la profonda libertà della silenziosa osservazione.

Come mi aspetto gli animali sono molto più “doc”, ovvero molto diffidenti e la loro area di comfort, ovvero la distanza minima dalla jeep, è considerevole e fa lavorare duramente il mio 400 con moltiplicatore di focale.

cheetah

La mia attenzione dal punto di vista fotografico si focalizza, oltre ai Lion Kalahari black-maned e i Cheetah, in particolar modo sui tanti bistrattati Jackal e sulle timidissime volpi dalle orecchie di pipistrello (Bat Eared Fox).

https://www.crotzthewolf.com/portfolio/kalahari-desert-botswana-2015/

bat eared fox

lion black-manned