La lunga mulattiera che porta al Lagarot di Lourousa è protetta nella fase iniziale da una fitta faggeta.


Salendo di altitudine, gli alberi diventano sempre meno fitti fino a scomparire all’incirca ai duemila metri.
Il paesaggio è stupendo, mi trovo circondato dal monte Matto (è un nome che mi sta perseguitando), dal vallone del Valasco e dal Corno Stella.

La mia autonomia è agli sgoccioli, sono in riserva!
Continuo a consultare la mia APP per sapere quanti metri mi mancano alla meta.
La pendenza è sempre più severa! Mi mancano 400 metri, ma sono 400 metri di passione.

Mi volto a sinistra e vedo poco lontano un camoscio che mi osserva con interesse! Mi immagino che stia pensando che gli umani a quest’ora sono a valle, perché questo intruso a quest’ora?
Non ho la forza di estrarre la macchina fotografica dallo zaino, faccio affidamento alla mia testardaggine (qualcuno potrebbe dire ben nota) e con una veloce sequenza di passi, faccio gli ultimi cento metri di dislivello.
Consulto la mia App, il laghetto è a destra, mi sposto nella direzione indicata dallo smartphone, ed ecco sotto ai miei piedi il piccolo laghetto alimentato direttamente dai nevai ancora presenti sui ripidi fianchi delle montagne che mi circondano.

Identificato il masso che sarà il mio punto di osservazione, estraggo dalla zaino la macchina fotografica e scopro che il camoscio sentinella mi ha seguito e ora mi osserva.
Sono fermo, il mio motore interno sta ritornando in equilibrio e piano piano anche il camoscio si tranquillizza, Decide di bere un po’ di neve. Dopo qualche minuto si dimentica della mia presenza e ritorna alle sue normali attività.

Finalmente posso guardare lo spettacolo che mi circonda e piano piano, nel silenzio assoluto si materializzano molti stambecchi, inizialmente guardinghi successivamente sempre più curiosi.
La distanza di sicurezza tra loro e il sottoscritto diventa sempre più ridotta. Ormai sono circondato e posso osservarli nei loro atteggiamenti.


Purtroppo non sento alcun fischio di allarme, non c’è nessuna minaccia. La contraddizione in me è sempre più forte.
Da una parte vorrei sentire dei segnali di allarme, dall’altra parte mi dispiacerebbe tanto che questa assoluta calma sia interrotta da una precipitosa fuga per la sopravvivenza!
Ora mi posso anche muovere sul pianoro senza creare nessun allarme negli animali che mi circondano.
Un nuovo grande masso, sul lato verso le montagne scopro tante lapidi di alpinisti che sono partiti da questo luogo per  poi rimanere sulle severissime montagne che mi circondano.
Ormai è tardi, i kilometri, seppur in discesa sono tanti. Lascio il mio angolo di assoluta pace e mi incammino sulla via del ritorno.

Poco prima del rientro nel bosco, scopro una vigile marmotta. Sono a favore di vento e di luce, sa che ci sono ma non riesce a individuarmi. Con calma scatto una foto. E’ completamente mimetizzata con le rocce alle sue spalle,

A questo punto mi faccio sentire, così può tranquillamente rientrare nella sua tana.

Rientro nella faggeta, il sole è sempre nascosto dal fianco della montagna, una ovattata penombra avvolge il bosco.

In attesa della notte, il silenzio conquista ogni angolo del bosco.

https://www.crotzthewolf.com/portfolio/il-limpido-lagarot-di-lourousa-maggio-2021/