Siamo in zona Gialla, il recupero della mia forma fisica lascia la città e finalmente si sposta sulle Prealpi Varesine. La mia pianificazione prevede ancora un mese di percorsi tranquilli nelle Prealpi lombarde per poi spostarmi stabilmente a esplorare le Alpi Piemontesi. L’obiettivo credo sia inutile esplicitarlo!
Ho trovato ideale come “BootCamp” iniziale il percorso, di origine vulcanica, da Boarezzo al Monte Piambello. A partire dal 1911 sulle pendici del monte fu costruito l’appostamento per artiglieria e di osservazione facente parte della Linea Cadorna.
Durante il percorso ho solo visto delle tracce nitide nella neve di caprioli e daini (sto imparando anche questo!). Purtroppo niente animali ma in questa fase va bene anche così.
La neve è fracida. Ogni due, tre passi si sprofonda. E’ ancora più faticoso ma le gambe e i polmoni reggono. Sono veramente contento dei progressi che sto facendo!
Nelle ovvie soste di recupero, mi diverto con i giochi di luce della neve che sciogliendosi e ubbidendo alla forza di gravità, cade sul terreno trasformandosi in acqua.
Ed ecco lo strappo finale, arrivo in vetta dove trovo la postazione di osservazione della Linea Cadorna, ho piena visibilità dell’arco alpino: il Monte Rosa, il Lago Maggiore e il Lago di Lugano, le Alpi Svizzere.
Seduto su un muro perimetrale del punto di osservazione della linea Cadorna, mi ritrovo a gustare le parole di un libro che sto leggendo.
“Quando qualcuno afferma che il suo scopo nella vita è essere felice, in realtà sta dicendo che non lo è: vede la felicità come un progetto, e cerca la propria realizzazione in un futuro indeterminato. Il presente scivola via, e si insinua l’ansia. Persone simili temono che i loro progressi verso quella condizione futura vengano intralciati dagli eventi; così si rivolgono alla filosofia o – ai nostri giorni – alla psicoterapia, che promettono di alleviare quell’inquietudine. Sebbene si spacci per una cura, però, la filosofia è in realtà un sintomo della malattia. Altri animali non hanno bisogno di distrarsi dalla propria condizione. Mentre nell’uomo la felicità è uno stato artificiale, per i gatti è la condizione naturale; a meno che non siano confinati in ambienti per loro innaturali, non si annoiano mai. La noia è paura di stare soli con se stessi. I gatti sono felici come sono, mentre gli uomini cercano la felicità fuggendo da sé.”
Gray, John. Filosofia felina