Site icon CrotzTheWolf

Palau Micronesia – Ritratti – 2008

nautilus

Incontri molto particolari e alcuni unici, nelle immersioni di Palau.
Squali e Napoleoni come nuovi compagni di immersioni, un nuovo incontro con una colonia di meduse in un lago salato ( https://www.crotzthewolf.com/portfolio/palau-micronesia-2008-jellyfish/  ) e il meraviglioso, e unico, faccia a faccia con il Nautilus.

Il ritorno a Puerto Galera nelle Filippine ( https://www.crotzthewolf.com/puerto-galera-2007-2/ ) è il cosiddetto “stop over” per raggiungere Palau in Micronesia. Ovviamente stop over con immersioni. A differenza dell’anno precedente la pressione asfissiante della civiltà non si manifesta e gli scatti fotografici ne risentono immediatamente in termini fluidità e qualità delle fotografie ( https://www.crotzthewolf.com/portfolio/puerto-galera-2008/ ).

Il soggiorno a Palau prevede sia alcuni giorni in una struttura di bed & breakfast, sia una crociera subacquea.
La camera sulla barca è spaziosa, confortevole e con un comodo letto e non le tradizionali cuccette ancorate allo scafo. Posso definirla la prima, e unica al momento,  crociera subacquea stanziale.
Per sette giorni la barca, dopo il trasferimento iniziale, è ferma nella stessa baia. Ogni mattina ci si sposta ai vicini siti di immersione per ritornare, prima del tramonto, nella stessa baia.
Ogni notte esco dalla stanza, mi reco a prua, a osservare, con la luna piena, la forte corrente che come un fiume piena, scorre rumorosamente, nel silenzio assoluto della notte, sui fianchi della barca.

Nelle immersioni di Palau è indispensabile il Reef Hook. Ci si immerge, si va sul fondo a circa 30 metri, si estrae dal GAV il Reef Hook che non è altro che un uncino con una bindella di tessuto.
Si incastra l’uncino a una roccia del fondo e la bindella con un moschettone, al GAV. Si gonfia il GAV, la bindella si tende, si vola immobili nella corrente.

Immediatamente si è circondati da una varietà di pesci che, senza Reef Hook, stanno tranquillamente sospesi nella corrente.
Mi sembra di essere Capitan Uncino e con estremo piacere ogni giorno sono circondato da Squali, Pesci Napoleone, Tartarughe, Halfbeak, Trevally, Jack, Platax.

Oltre alle fotografie, ho l’occasione, in un reciproco completo relax, di poter osservare gli squali, i leggeri movimenti che utilizzano per rimanere immobili nella corrente, le cicatrici.
Verso la fine della settimana la sensazione di riuscire a riconoscere gli squali che hanno nuotato con me nei giorni precedenti diventa una certezza ( https://www.crotzthewolf.com/portfolio/palau-micronesia-2008-shark/  ).

Con i Napoleoni, viceversa, l’interazione è completamente diversa.
Indipendentemente dal mare in cui mi sono immerso, ho sempre notato una certo livello di curiosità dei Napoleoni.
A Palau i Napoleoni, nell’assoluto equilibrio che si crea in ogni immersione con i Reef Hook , il diver immobile fa bolle d’aria molto meno rumorose e loro sono completamente rilassati. Danno la percezione di divertirsi molto a osservare questo strano essere che ogni tanto emette un lampo di luce ( https://www.crotzthewolf.com/portfolio/palau-micronesia-2008-napoleon-wrasse/ ).

In una delle ultime immersioni, un Napoleone, dopo le ormai consuete evoluzioni intorno al Capitan Uncino, incomincia ad andare oltre quella distanza minima che mantengono normalmente dai diver (la prudenza è sempre opportuna con gli uomini). Impercettibilmente si avvicina dall’alto, alla mia destra. Forse è attratto dal riflesso della calotta lucida della mia testa.
Lascio scivolare la macchina fotografica dalle mie mani, i moschettoni si tendono e la bloccano.
Con una lentezza inaudita, aiutato anche dalla corrente, incomincio a ruotare il corpo a destra, la sua testa è immobile, Adesso è molto vicino, troppo vicino.
Con movimenti minimi, almeno così li percepisco, alzo il braccio sinistro e tendo la mano verso il suo muso.

Non si muove, mi fissa immobile, alzo leggermente il dito fino a incontrare, meglio a sfiorare, il suo muso. Non respiro, mi fermo, sono quasi in apnea, non posso spaventarlo.
Limito l’aria in uscita e in entrata nei polmoni.
Il silenzio mi avvolge. Non so quanto tempo passa, percepisco solo l’istantaneo senso di pace che si irradia dal dito in tutto il mio corpo.
La foto, scattata dal mio buddy, che mi ritrae in questo momento, è tra le mie preferite. Ogni volta che la osservo, percepisco la tensione del momento sia dalla posizione delle dita della mia mano e sia da un dettaglio della foto che fa capire quanto sangue il mio cuore sta pompando nel corpo.

******

Una mattina pianifichiamo l’incontro con il Nautilus che ovviamente non è il sottomarino del capitano Nemo.
Il Nautilus è considerato un fossile vivente e la sua conchiglia è a sezione di spirale logaritmica. Durante il giorno vive a 500 metri di profondità e risale con l’oscurità.
Ovviamente l’incontro con il Nautilus è costruito artificialmente, sfruttando una debolezza del Nautilus che non si trova sui libri scientifici.
Il Nautilus è goloso della carne di pollo. I locali calano in profondità al tramonto una nassa con un pollo spennato. Alla mattina la nassa è piena di Nautilus e ovviamente non rimane alcuna traccia del pollo, neppure un ossicino.
Rilasciano i Nautilus in una piccola insenatura di 3-4 metri di profondità al limite di un profondo drop off ( https://www.crotzthewolf.com/portfolio/palau-micronesia-2008-nautilus/ ).
Finito lo spettacolo, si spostano i Nautilus fuori dalla piccola insenatura per lasciarli liberi di tornare nelle profondità.
Come al solito mi separo dal gruppo, e seguo un Nautilus nella discesa nel blu.
Scendo lentamente e ho tutto il tempo per osservare gli occhi primitivi, la perfetta conchiglia, il sifone che gli permette il movimento retrogrado (in retromarcia).
Senza accorgermi sono oltre i trenta metri, lui tranquillo, non sta fuggendo, sta solo placidamente ritornando nel blu profondo.
La testa vorrebbe continuare a seguirlo, ma ahimè il mio corpo non è costruito per reggere le pressioni che sopporta il Nautilus. Sono a circa 37 metri, lo saluto con dispiacere e ritorno alla mia immersione standard.
Probabilmente non avrò ancora l’occasione di incontrare un Nautilus e così guardo ancora una volta la foto che ritrae in primo piano quell’occhio primitivo che funziona come una camera oscura!

Exit mobile version