Gli scatti analogici della crociera del 2002 in Mar Rosso sono le prime soddisfazioni raccolte grazie a una macchina fotografica subacquea automatica con flash incorporato. E lo sono ancora oggi, oltre ad essere fonte di emozioni. Sento ancora le difficoltà che ho affrontato per ogni singolo scatto.

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Percepisco ancora la felicità che mi pervade quando apro la busta con le foto sviluppate dal laboratorio. Sensazioni che ormai non si provano più nell’era del digitale.
Le stesse sensazioni di una mano di poker in cui, dopo innumerevoli rilanci, si vedono le carte e si scopre se si ha vinto o perso. Si è pervasi da felicità o dal disappunto nello sfogliare ogni singola foto impressa sulla carta fotografica. E’ implacabile, crudelmente tagliente la distanza tra il fotogramma scolpito nel cervello e la sua declinazione in quel pezzo di carta.

Butterflyfish Indian Teardrop
Angelfish Emperor
Yellowbar Angelfish

Ora scatti la foto e immediatamente vedi nello schermo il risultato, molto spesso riesci a modificare i parametri e a riprovare fino a quando la tua immagine della foto si allinea alla rappresentazione registrata nella memoria della macchina fotografica.

Ovviamente sei sfidato dalla variabile tempo e dalla variabile della disponibilità dell’animale a stare fermo a farsi “flashare” da un essere che emettendo bolle, produce un rumore fastidioso.

Nella fotografia subacquea si scopre gradualmente, e in ogni caso prima della fotografia terrestre, la profonda relazione tra il silenzio, il respiro e lo scatto fotografico.

Longimano (Carcharinus longimanus)

Tornando alla crociera, l’incontro emozionante in cui ho perso, da inesperto, il controllo sull’inquadratura dello scatto fotografico, è l’incontro molto ravvicinato con lo squalo Longimano (Carcharinus longimanus) a Eplhinstone.

“È un pesce aggressivo, ma che si muove lentamente, e domina le situazioni di sciacallaggio in mare. Rappresenta uno dei maggiori pericoli per i sopravvissuti ai disastri aerei o navali.” – Wikipedia

In effetti confermo che si muove lentamente, accompagnato dalle sue remore, indifferente, ti punta con una naturalezza disarmante.
Sei fermo, inerme, lo guardi e speri di comprendere, anticipare in qualche modo le sue intenzioni.
Non riesco a osservarlo dal mirino della macchina fotografica e quindi non riesco a scattare la foto frontale con lo squalo a tre metri da me, prima che lui, indifferente, decide di virare e continuare la sua esplorazione. Esperienza che mi ha permesso successivamente di mantenere l’assoluto distacco emotivo, di fotografare nonostante il coinvolgimento in istanti molto pericolosi.

Longimano (Carcharinus longimanus)

L’incontro avviene in fase di risalita a Elphistone, una delle mie tre immersioni preferite.
Una barriera corallina a 30 km dalla costa.
Si salta dalla barca nel blu, si plana verso una striscia di corallo larga un metro a oltre 50 metri. Il profondo Blu a destra, il profondo Blu a sinistra. La solita corrente trasversale da nord, la solita corrente traversale da Sud e come ciliegina sulla torta, la corrente ascensionale o contraria.
L’aria nei polmoni è ogni volta una fucilate. Non puoi fermarti, devi salire gradualmente subito, la deco non perdona!

La maggior parte dei subacquei nella risalita, sta lontano dalla parete per tentare di scorgere gli squali martello. Questo è l’obiettivo dell’immersione a Elphistone.
Io preferisco viceversa risalire vicino alla parete per osservare l’incomparabile comunità di coralli molli con i suoi innumerevoli abitanti.

Per me Elphistone è una immersione per Macro!