L’arcipelago di Raja Ampat è situato al largo della Papua Occidentale in Indonesia ed è costituito da circa 15.000 isole che spuntano in mezzo al mare blu per lo più con una forma a panettone e ricoperte completamente da una ricca e fitta vegetazione.
Raja Ampat è situato nel Triangolo dei Coralli ed è un luogo dove ci si immerge in un ecosistema naturale unico che ospita una biodiversità tra le più ricche al mondo.

Il nome di Raja Ampat deriva dalla mitologia locale che narra di una donna che trovò sette uova di cui quattro di queste una volta schiuse divennero re, occupando quattro delle più grandi isole di Raja Ampat (Waigeo, Batanta, Salawati e Misool), mentre le restanti tre divennero un fantasma, una donna e una pietra.

Dal momento in cui arrivo con la barca all’approdo di SoridoBay, nella piccola isola di Kri, percepisco immediatamente che Raja Ampat per me non un è normale luogo di immersioni.
La baia, le rocce dell’isola; lo sguardo che si perde subito nel blu del mare e che, immediatamente dopo, scruta la ricca vita marina che si vede anche dal pontile.

Percezione che viene ribadita dalla mia pancia una volta che mi affaccio sulla veranda del Sentani in cui alloggiamo.

Al tramonto cala un totale silenzio, si può ascoltare solo la melodia dell’alta e della bassa marea.
I gechi, occupati nella loro attività di caccia, sono degli ottimi compagni delle mie letture notturne con sigaretta.
Ogni mattina l’alba entra negli occhi ancora chiusi. I raggi di sole dolcemente aprono le mie palpebre e mi annunciano una fantastica giornata di immersioni.

soridobay sunrisePer i fotografi le immersioni a Raja Ampat sono come dei vestiti sartoriali su misura.

Ogni tuffo dalla barca mi immerge in un ecosistema sempre diverso dove coesiste, senza alcun punto di discontinuità, la possibilità di scattare foto macro e immediatamente dopo foto, perdendosi nel blu, della vita marina con dimensioni “normali”.

https://www.crotzthewolf.com/portfolio/raja-ampat-agosto-2009/
https://www.crotzthewolf.com/portfolio/raja-ampat-dicembre-2009/

La scelta dell’obiettivo per ogni immersione non ha senso, alla fine non uso mai il fish eye!

Fotografo nella stessa immersione un Pigmy Seahorse Black o White, le cui dimensioni sono ancora più piccole di un Pigmy Seahorse Denise o Bargibanti.

pigmyseahorse white

https://www.crotzthewolf.com/portfolio/raja-ampat-pigmy-sea-horse-2009/

Un secondo dopo, fluttuo, giocando con la corrente, nei banchi di carangidi, di barracuda, di pesci chirurgo, di spadefish, etc.

spadefish
Mi abbasso di nuovo, torno a guardare tra i coralli e mi trovo di fronte il Wobbegong (carpet shark).
Il nome wobbegong proviene da una parola aborigena australiana che significa barba irsuta.

wobbegong

Non può mancare una cleaning house per le mante!
E’ una immersione semplice, ci si posa su un fondo di circa 20-25 metri e si aspetta!
I diavoli neri arrivano, volteggiano con la loro eleganze, incrociano le proprie traiettorie.

E tu, lì immobile ad ammirare  il loro balletto, ogni tanto ti ricordi di scattare delle foto!

https://www.crotzthewolf.com/portfolio/raja-ampat-manta-ray-2009/

L’emersione è un’altra bella sorpresa.
Non si ritorna alla barca, l’emersione avviene su una striscia di sabbia bianca appena creata dalla bassa marea.
Mi asciugo al sole con una tazza di thè e mi torna in mente la frase standard di Audi, un mercenario sudafricano che, abbandonato il triste e infimo mestiere (sue parole), si era messo a fare la guida subacquea nell’isola di Mafia in Tanzania.

Sì, Audi hai ragione: “THIS IS LIFE!”,

Raja Ampat è il luogo che ha distrutto la mia convinzione che tornare nello stesso posto mi avrebbe creato della delusione e mi avrebbe distrutto l’emozione, il ricordo della prima visita.

Al Sorido Bay e in generale a Raja Ampat ci siamo tornati molte volte negli anni successivi.
Ormai la considero come la mia “Riccione”!