Oggi è il primo lunedì di libera circolazione tra regioni gialle. Controllo il meteo di Entracque durante la mia lunga colazione. Nulla di buono, pioggia, nuvole basse e  temperatura fresca (altitudine base 900 m s.l.m.).

La mia pancia non accetta giustificazioni razionali, devi andare!
Decido di fare solo una prima esplorazione del luogo, delle strade e dei punti di partenza dei sentieri.
Preparo lo zaino con obiettivi e macchina fotografica; solo scarpe da Trekking leggere.
Forse questo è il modo per impedire, una volta arrivato a Entracque, l’attuazione di qualche mia pazza idea!

Arrivo ad Entracque, la maggior parte dei negozi è chiuso. Una signora, molto più anziana di me, cammina stancamente per la via centrale del paese.
Finalmente trovo un giornalaio, è chiuso!
Ops, sta uscendo un signore (il marito della proprietaria), è l’imbianchino del paese (mi dirà successivamente con orgoglio). Con modi molto gentili riesco a convincerlo dell’opportunità di vendermi una cartina e successivamente, una volta entrato nel negozio, sull’ulteriore opportunità di vendermi dei libri sui sentieri della zona.
Lo impietosisco, o forse vuole solo uscire dal negozio per coccolare il suo cane, e per lo sfinimento chiama la moglie. Contento con le cartine e i libri esco anch’io dal negozio, ringrazio e ritorno alla macchina per esplorare le strade che salgono nella valle.
Senza pensarci lo zaino lo appoggio sul sedile e incomincio a vagare, con l’automobile, per strade sempre più strette, sempre più isolate.

Le previsioni del tempo sono estremamente corrette, dopo la pioggia arrivano le nuvole basse.
I profili delle cime che circondano Entracque, appaiono e scompaiono in un attimo nella nebbia o meglio tra le nuvole.
Sono maestose ma impossibile da fotografare!
Subito dopo una curva un bel divieto di accesso, non si può proseguire con la macchina!
Ovviamente ignoro il divieto, tanto sto solo esplorando!
Faccio altre curve, la strada non è strettissima e non c’è neve.
Ed ecco, sulla sinistra una strana macchia, si muove. Fermo la macchina, per fortuna lo zaino è sul sedile, prendo la macchina fotografica, metto a fuoco : una bellissima Volpe!

Cavolo, non sono distaccato, sono emozionato, a fatica controllo l’esposizione. La volpe mi ha visto ma non scappa.
Cambio l’obiettivo, metto il 400, il moltiplicatore, appoggio lo zoom allo specchietto.
La volpe sta ferma. La osservo, è bagnata, non è impaurita, mi controlla.

Scendo dalla macchina e lentamente mi avvicino. Caspita (non è la parola che ho pensato) il set up della macchina è per foto macro ma non ho il tempo per cambiarlo!
Faccio altri due passi lenti pronto a immortalare i primi istanti della fuga dell’animale.
Al contrario, la volpe mi guarda, e incomincia lentamente a muoversi verso la mia direzione.


No, piccola, non devi far così. Se ti avvicini troppo con il 400 non riesco a metterti a fuoco.
Arretro e lei mi segue.


Risalgo in macchina, cambio l’obiettivo alla velocità della luce e scendo di nuovo.
Ormai la piccola è dietro di me, mi osserva, gli da fastidio la macchina fotografica.

Resisto alla tentazione di posare la macchina fotografica e di avvicinarmi per accarezzarla.
Anche la volpe è titubante, fa un passo indietro e uno in avanti.


Alla fine mi guarda e mostrandomi la sua bella coda con la punta bianca, se ne va!

https://www.crotzthewolf.com/portfolio/fox/

Risalgo in macchina, la mia pancia mi dice che non è finita, vado avanti. Arrivo a  un bivio, la strada che mi interessa è interdetta all’accesso delle macchine, delle bici e anche dei pedoni!
La voglia di posteggiare la macchina e proseguire è forte, sento che potrei vedere qualcosa d’altro!
C’è un tempo da lupi!
Per fortuna ho le scarpe da trekking leggere e poi come prima esplorazione, perché dovrei rischiare di discutere con i guardaparco?.
Mi fumo una sigarette. risalgo in macchina e faccio inversione.

Alla prossima!